Descrizione
Il conte Arturo, un anziano nobile decaduto e squattrinato, vive in un appartamento ormai in rovina, insieme a un giovane e brillante maggiordomo – Pierfederico – tentando inutilmente di perpetuare lo stile di vita di un tempo. Pressoché tutti i bottegai del quartiere, la portinaia e parte dei coinquilini gli sono creditori. I vicini di casa, i signori Vernetti, partono per la villeggiatura e, come sempre, affidano al conte la sorveglianza dell’appartamento, dando incarico alla portinaia di annaffiare i fiori dei balconi. Da quarant’anni Arturo detiene una corrispondenza settimanale con un amore giovanile – Marianna – una ragazza migrata in Argentina, che frequentava la casa del conte quando la famiglia era ancora ricca. Arturo non ha mai confessato a Marianna di essere caduto in rovina e, anzi, le scrive fantasticando di un inesistente ballo che organizzerebbe ogni mese, invitando la migliore società di Genova. In questo modo si rifugia in un’esistenza fantastica e parallela che lo aiuta ad accettare la dura realtà.
Un giorno, inaspettatamente, Arturo riceve da Marianna un telegramma dove la donna lo informa che, approfittando di una sua venuta a Genova, finalmente potrà partecipare al prossimo grande ballo del conte. La notizia sprofonda Arturo nella più nera disperazione. A questo punto avviene una sorta di miracolo di solidarietà: Pierfederico e la portinaia, per salvare la reputazione del Conte agli occhi del giovanile amore, ragionano sulla possibilità di organizzare un finto ballo nel lussuoso appartamento dei signori Vernetti, che sono in villeggiatura. La voce si sparge e tutti i vicini e i bottegai del quartiere si offrono di partecipare al ballo spacciandosi per aristocratici, ambasciatori e industriali; si mobilitano e sostengono le spese della festa, finendo per immedesimarsi nella parte loro assegnata.
Ma sul più bello accadrà un malaugurato contrattempo che scompiglierà le carte e sconvolgerà l’esito della farsa.
Tra equivoci e bizzarre situazioni, alla fine, ogni cosa andrà sorprendentemente al proprio posto.